Tempi e luoghi

Fondazione

bollaIl Collegio viene fondato nel 1561 per iniziativa di Carlo Borromeo e con sostegno dello zio materno Angelo de’ Medici, il pontefice Pio IV. La Bolla di fondazione conservata in archivio, dotata del sigillo originale e ornata da un elegante fregio fogliaceo a penna, riporta la data del 15 ottobre 1561. Con un documento successivo il papa lega alla nascente istituzione le rendite fondiarie del monastero cluniacense di San Maiolo (soppresso per mancanza di monaci), costituendo così la base finanziaria per l’avvio e la persistenza della nuova istituzione.

incisione Collegio acquerellata

La fondazione del Collegio si inserisce sia nel quadro più complesso della riforma educativa e pedagogica promossa da Carlo (dal 1565 arcivescovo di Milano), sia nella storia specifica del centro universitario pavese, dove già esistevano realtà minori (insufficienti per il numero degli studenti), come il collegio fondato nel Quattrocento dal cardinal Branda Castiglioni, dove era stato accolto lo stesso zio di Carlo, futuro pontefice. Questi non esiterà, pertanto, a supportare l’iniziativa del nipote, ben consapevole dell’importanza di un’adeguata struttura residenziale per favorire lo studio e la maturazione dei giovani. 

Edificio e giardini

prima pietraLa posa della prima pietra avviene il 19 giugno 1564, partendo dall’attuale angolo sudovest dell’edificio, e la costruzione procede per oltre vent’anni, con cambi di impostazione (Carlo richiede per esempio in corso d’opera un significativo ampliamento del progetto originario) e rallentamenti dovuti all’impegno del committente per la realizzazione di altre importanti fabbriche nella diocesi milanese. L’edificio può dirsi compiuto nel 1588, quando vi entrano ufficialmente i primi alunni, ma già dal 1581 ospitava una comunità di studenti “a dozzina”, tra i quali un altro celebre Borromeo, il cugino di Carlo, Federico. Un documento del medesimo anno attesta anche che la Cappella (situata nell’angolo sudest) era già stata costruita ed era officiata.


Pollak 2
La fabbrica del Collegio è affidata da Carlo al suo architetto di fiducia, conosciuto durante gli anni romani: Pellegrino Pellegrini detto il Tibaldi. A lui si deve l’impianto magniloquente dell’edificio, al tempo stesso monumentale e compatto nella mole e alleggerito e mosso dal linguaggio manierista nelle modanature delle superfici, nelle aperture finestrate e soprattutto nei due ordini di loggiati, che ne fanno un luogo aperto all’aria e alla luce tanto quanto definito precisamente nei prospetti murari. L’effetto globale della costruzione è quello di una grandiosità aristocratica (ovunque campeggiano emblemi e stemmi delle casate Borromeo e Medici) declinata secondo una distribuzione organica e razionale dei vari ambienti.

giardinoIl progetto viene proseguito e completato entro gli anni Venti del Seicento grazie all’intervento di Francesco Maria Ricchino, nella definizione del lato orientale con i due corpi di fabbrica protesi verso il giardino all’italiana: sorta di ameno hortus conclusus, che determina un cannocchiale prospettico in linea col portone dell’edificio, chiuso sul fondo da nicchione con fontana ormai di gusto barocco. Dell’architetto milanese è anche il disegno della splendida cancellata in ferro battuto con emblemi araldici borromaici.

Intervento architettonico fondamentale, che ha conferito all’edificio la sua forma attuale di perfetto quadrilatero omogeneo nella definizione dei vari prospetti e inserito in un’area verde, è quello di Giuseppe Pollak, cui fu affidato il compito di completare, secondo il modello delle altre, la facciata sud del Collegio, in seguito all’abbattimento nel 1819 della chiesa romanica di San Giovanni in Borgo. Sul terreno così acquisito si estende il cosiddetto giardino del Rettore, affacciato sul Ticino e sulla piazza Borromeo e connesso con l’area degli Horti Borromaici: ampia zona verde derivante da progressivi acquisti e annessioni di sedimi un tempo pertinenti ai conventi dei Cappuccini e di San Marco e al Pio Luogo Pertusati, il cui edificio, unico conservato, è stato riqualificato in epoca moderna.

pianta PollakPollak fianco sudS. Giovanni in Borgo facciata giardino del rettore

Trasformazioni moderne

MX-2600N_20160107_120515_045Il Collegio, in virtù sia della sua fondazione prestigiosa, sia del legame con la famiglia Borromeo, sia della lunga e ininterrotta vicenda storica, è certamente uno scrigno di opere d’arte: dagli affreschi della Cappella e del Salone ai dipinti della Quadreria, dalle maioliche ai paramenti sacri agli elementi di arredo. Anche per questo è stato considerato nei secoli e in epoca recente un monumento storico, architettonico e artistico di eccezionale valore, da sottoporre a oculata manutenzione e continuo controllo.

Eventi a loro modo traumatici,collegio PGM 7 come la trasformazione in Ospedale Militare durante la Prima Guerra Mondiale, hanno lasciato alcuni segni, tuttavia la sfida vinta nell’ultimo secolo è stata quella di un progressivo ammodernamento, strutturale e tecnologico, reso possibile dal progresso scientifico e necessario dall’esigenza di un aggiornamento delle condizioni abitative. Da ciò sono derivati nel corso dei decenni, a cominciare dai primissimi anni del Novecento, la realizzazione degli impianti elettrico, termico e telefonico, l’innalzamento di un ulteriore piano (il cosiddetto “Iperuranio”) destinato alle camere degli Alunni, il recupero funzionale di ampie aree dell’edificio (come i sotterranei adibiti a Biblioteca, aule studio multimediali e spazi ricreativi), l’ampliamento delle aree verdi e il ripristino dal giardino seicentesco in modo coerente con il progetto originario, la trasformazione dell’edificio dell’ex Pio Luogo Pertusati in Sezione Laureati, il restauro della palazzina rinascimentale di via Perelli destinata a sede dell’Amministrazione, la costruzione della Sezione Femminile. Una lunga linea di interventi, taluni particolarmente impegnativi anche sotto il profilo ingegneristico (come la messa in sicurezza del sottotetto del Salone e dei sostegni del loggiato), accomunati dall’obiettivo di mantenere il giusto equilibrio – richiesto fin dall’inizio dal fondatore al suo architetto – tra bellezza e vivibilità, armonia d’insieme e razionale concatenazione funzionale delle parti.  

Sezione LaureatiMX-2600N_20160107_120515_064 (copia) MX-2600N_20160107_120515_039 (copia)

Possessioni

Il Collegio ha potuto contare nei secoli sulle rendite delle possessioni pertinenti fino al 1564 al monastero di San Maiolo. Gli antichi registri (pervenuti con le altre pergamene all’archivio del Collegio) attestano numero e composizione dei fondi agricoli, vicende delle affittanze, conduzione delle rispettive cascine, sottoposte nel tempo dall’amministrazione borromaica ad ampliamenti e migliorie organizzative. Tra le proprietà spiccano per ampiezza e il fondo nella pianura irrigua di Comairano (tuttora in essere) e quello collinare di San Re. Importante acquisizione seicentesca, dopo l’alienazione dei terreni meno produttivi di Santa Maria della Strada, fu la tenuta di Pegazzera (sulle colline dell’Oltrepo pavese), nella quale venne costruito dal 1704 un elegante edificio preposto sia alla gestione dell’azienda agricola, sia a fungere da villa di rappresentanza e a ospitare personale e alunni del Collegio nei più caldi mesi estivi.

ComairanoSan Re (1622)Pegazzera 1Pegazzera, 1742

 

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