ACB, Amm. 1882-1923, b. 8, fasc. Anno 1915

Trascrizione 63

68, aPavia, 7 novembre 1915

Al colonnello A. Giuffredi direttore della Sanità Militare Alessandria

Illustrissimo Signor Colonnello,

sono in attesa delle decisioni di codesto On. Comando del Corpo d’Armata per riguardo alla nuova cucina, né io l’avrei disturbata con questa mia, se il sospetto di nuove opposizioni, dalla solita fonte, non mi facesse temere inutili perditempi e nuove tribolazioni. Da parte mia ho provveduto allo sgombero dell’ampio locale, alla intonacatura delle pareti, alla imbiancatura delle pareti e della volta, alla pavimentazione; domani farò mettere la illuminazione elettrica, ed ho ordinato al caporale Chiodi (pro bono pacis) la conduttura dell’acqua per la cucina e per l’acquaio. Verso la metà della settimana tutti questi lavori, fatti a spese del Collegio, saranno ultimati: se qualche cosa resterà da farsi non sarà tra quelle che dipenderà certo da noi. Questo ho creduto bene di notificare alla S.V. perché abbia una prova del desiderio dell’Almo Collegio di assecondare, nei limiti del possibile, le sollecitudini della Autorità Militare, e perché temo che siano già sorte delle nubi, se dovessero avere un valore certe parole dell’impresario pel vitto. Questi, ieri sera, accompagnato dal suo socio mi fermò per istrada per chiedermi la testimonianza che egli non si fosse impegnato verso di lei, per il trasporto e il collocamento della cucina economica di sua proprietà. Il socio che non ha parlato con lei, che è il solo firmatario del contratto coll’autorità militare, dichiara di nessun valore la parola dell’altro, il quale ufficialmente non può essere considerato se non come un subalterno. Dichiarai che tutta questa questione non mi riguardava, non essendo il collegio quegli che esige la prestazione in discorso. Ma durante questo colloquio, essi ripeterono sino alla sazietà di non riconoscere altri superiori all’infuori dei Prof. Veratti e Golgi, coi quali soltanto essi avevano stretto il contratto, e di non volere per nessun costo muoversi dall’attuale cucina, se il trasloco deve importar loro una spesa, non essendo il cambiamento richiesto da esigenze loro, né avendo ricevuto ordini in proposito da quelli che essi dicono loro esclusivi superiori. Temo adunque che questa gente parli indettata da altri: che se ciò fosse vero, non potrei supporre che la azione di questi ultimi si sia limitata agli albergatori, senza ricorrere più in alto. Perciò desidererei che venisse sollecitata la decisione del Comando del Corpo d’Armata, sia per definire una volta questa incresciosa vertenza come per togliere al Collegio il danno di nuove ingenti spese, sostenute per pura generosità d’amor patrio e risolventisi in una nuova beffa. Spero che l’Autorità Militare ci sosterrà e non vorrà permettere questo scorno. La prego di accogliere i miei ossequi, mentre con stima e riconoscenza mi professo

Dev.mo suo RM68, b