ACB, Amm. 1882-1923, b. 8, fasc. Anno 1916

Trascrizione 98

17Pavia, 20 agosto 1916

All’Ill.mo Signor Colonnello Direttore degli Ospedali Militari di Pavia

Quando per necessità di medicazione o di operazione si devono mettere completamente a nudo i pazienti, le nostre suore, pur prestando la loro opera, cercano, ed è ovvio, di evitare la assistenza diretta; ed i medici riguardosi, rispettando queste elementari convenienze, procurano di astenersi da denudamenti inutili, non soltanto dinanzi alle Suore ma anche alle Infermiere. Nel nostro ospedale si ebbero dei professori universitari che credevano bene di escludere da certe medicazioni l’intervento di donne.

Non è quindi una cosa nuova il contegno delle nostre Suore, né credo che per questo sia da disconoscersi il merito dell’opera loro e che molto meno, si possano fare ad esse dei rimproveri pubblici, ad alta voce e con apprezzamenti offensivi per il loro Ordine Religioso.

Non so quali deliberazioni radicali sia per prendere la Superiora delle nostre Suore quando sarà informata della disgustosa e gratuita scenata che il dott. Angelo Cattaneo si credette lecito di fare alcune ore sono.

Per mio conto, poiché il Collegio provvede a proprie spese per l’assistenza delle Suore all’Ospedale, nella persuasione di fare cosa gradita, dichiaro che sono pronto a ritirarle quando la loro opera non fosse di gradimento ai signori medici, o quando esse non fossero, come è dovere, rispettate.

Ricordo che a domanda categorica, da codesta On. Direzione fattami con nota 5 luglio 1915 n. 476 di Protocollo, io rispondeva così: “Qualora l’opera di queste Suore sia da tutti giustamente apprezzata… il Collegio potrà continuare la prestazione della loro assistenza a vantaggio dei feriti” e senza aggravio di codesta On. Direzione.

Resto in attesa dei provvedimenti che invoco dalla sua illuminata prudenza.

Con tutto l’ossequio

Rodolfo Maiocchi