Demetrio Marra

Colle dita incrociate *

Una volta ho chiesto a Nonno della guerra. Niente,
mi ha raccontato del suo cane – un’altra volta pure
e mi ha parlato del vino,
e poi del suo cane e dei limoni e del sughero.

Ho pensato poi di chiedergli del suo cane o del suo vino,
o degli alberi di limoni o della
ma sapevo che neppure ci pensava di parlarci con la guerra –
Della guerra.

Vedendolo adesso, coi capelli rizzi elettrici e gli occhi sciacquati
credo che la guerra più che viverla l’ha ballata,
colle dita incrociate e in punta di piedi:
(non l’avevo mai visto tanto schizzinoso)

* Poesia seconda classificata al concorso “I poeti laureandi” edizione 2016.


Coricato in opposto senso, lo stelo
guarda un cielo intenso tra le lenti di rugiada
(le ciocche d’erba verde sono in ginocchio
con le dita distese in avanti come in preghiera)
la corolla un colletto intorpidito da una notte in discoteca
– le note di una volta – il pistillo raffreddato e il calice
vuoto, appare di contrario significato.

Si dice anche che ogni morte è diversa, ogni morte
è uguale, tutto un cordoglio di piante mosse dallo stesso vento
(e almeno una volta nella vita ha soffiato vicino)
distante, io dico e non me ne prendo il merito, assoluto,
la morte, distendo, è mattina un fiore piegato diverso.