ACB, Amm. 1882-1923, b. 8, fasc. Anno 1918
Gentilissima Signora,
Esprimo a Lei i sentimenti che provai nell’apprendere la inaspettata notizia del ritiro della cara e buona signorina Carlotta. Sono sentimenti di dolore e di piacere insieme; di piacere, nel pensare che quell’anima angelica si sottrasse alla tristizia ed alle insidie di questo mondo a cui essa era tanto superiore; di dispiacere, nell’immaginare la immensa amarezza dei genitori per il distacco e la separazione accasciante (?). Questi, però, io auguro di cuore sapranno da forti e generosi cristiani compiere il sacrificio, ispirandosi al vero bene della loro diletta figliuola, anzi, andranno fieri e contenti di aver offerto al Dio della purezza e della bontà un angelo e un fiore delicato per le aiuole del Paradiso. Si consolino in questo lieto e caro pensiero. E vogliano conservare la stessa benevolenza e l’affetto che la loro gentile e cara figliuola ebbe al nostro ospedale, ove fu di esempio e di ammirazione per la diligenza, l’assiduità, le cure, la bontà e la delicatezza con cui seppe avvincere a sé i cuori dei malati, delle infermiere, dei medici e dei superiori. Vogliano anche aggradire i sentimenti di riconoscenza profonda e vivissima che tutti noi del Borromeo sentiamo per la cara collaboratrice e per i suoi genitori per tutto quello che hanno fatto di bene, in ogni maniera, ai nostri feriti. Nella storia del Collegio Borromeo, sarà ricordata sempre con amore e riconoscenza grandissima la gentile figura di Carlotta del Giudice, come un punto di luce e di gioia nel doloroso episodio del tramutamento dell’Istituto scientifico in Ospedale di guerra.
Sono lieto di assicurare che questi miei sentimenti sono pienamente condivisi da tutte le signore Infermiere Volontarie del Borromeo, che si sentono fiere ed onorate della loro buona e amata collega, e che si uniscono a me nel presentare a lei ed all’illustre suo signor consorte il loro ossequio rispettoso.
di Lei gentilissima Signora
dev.mo Rodolfo Maiocchi